
Passo tra queste serpi arpie , tra queste selve uscure , il mio corpo spara ancora lacrime a salve in questa dissaventura chiamata vita . Devo arrivare a sconfiggere il mostro , non ha un volto é specchio di me stesso , devo infrangere lo specchio per salvarmi , ma allo stesso tempo non devo specchiarmi , diventerò come statua di cera , nera , come una chimera , affamata di sangue e di bellezza quella di se stessa . Mi addentro nel bosco , é oscuro é cupo é armato di foglie gli alberi , questi ultimi fanno breccia nella terra , affossando si dentro di essa e la chioma di essi non fa penetrare la luce del sole . Basta che non casco nella palude che rischia di inghiottirmi e come colla appiccica le mie gambe a se stessa illudendomi di darmi affetto , ma affetto non me ne dà visto che rischi di strangolarmi e di inghiottirmi . Lo specchio/mostro non é lontano devo solo fare qualche passo verso la collina , fitta ancora di alberi , ancora più fitti della fitta collina che di fitta aria inquina la chioma della brina sull’asfalto bagnato della strada giù accanto dove serpeggiano le anime perse quelle che non c’è l hanno fatta a sconfiggere il loro mostro interiore e che ora vagano senza una meta . Finalmente sono arrivato di fronte al mio specchio , come pensavo , sono io ha il mio stesso volto é fatto di rimpianti di rimorsi di errori commessi in passato , mi sto per trasformare in un anima di pietra ! , Devo impedire che succeda ! Apro la boccetta che mi ha dato Margherita la mia migliore amica , la mia musa ispiratrice , una farfalla bianca si libera nell ‘aria fa un giro verso su me stesso mi ripulisce dai miei disordini mentali , imbarazzanti, inquieti . Non dico che non sbaglierò più ma almeno per ora ho trovato un pizzico di pace interiore . Lo specchio tutt’auntratto si rompe , il sortilegio é finito esaurito nel mio mondo interiore e in quel pezzetto che mi ha dato Margherita beh l ifinitino .